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Cross Selling e Upselling: quali sono le differenze

Forse non conosci la loro denominazione e il loro significato, ma sono sicura che almeno una volta nella vita ti sei imbattuto nel Cross Selling e nell’Upselling. Sia online che offline, queste due tecniche servono – in poche parole – a “vendere di più“, o meglio a “vendere ancora”.

Cosa sono cross selling e upselling

Cosa significa esattamente?

Entrambi questi concetti possono essere riassunti, in soldoni, come strategie di marketing che hanno il compito di aiutare chi vende a fidelizzare il consumatore e a portarlo (in maniera non molto palese e ben celata) a spendere di più.

Esempio perfetto di Cross Selling? Il fast-food!

Entriamo nello specifico e facciamo degli esempi concreti: stai morendo di fame, e sulla strada trovi una catena molto famosa di fast-food. Entri, ordini il tuo menù e il tuo solito panino, e poco prima di pagare la cassiera ti chiede

Vuole aggiungere per soli 0,20€ la nostra nuova salsa barbecue?

In quel momento, il tuo cervello comincia a fare due ragionamenti distinti: accettare l’offerta (in fondo sono solo pochi centesimi e, in più, è una nuovissima salsa da provare) o declinare (magari non ti interessa la salsa, ma ora sei in difficoltà davanti alla cassiera).

Ti sei appena imbattuto in un esempio di Cross Selling, ovvero vendita incrociata: oltre ad aver acquistato un prodotto/bene, il venditore è riuscito a farti comprare “altro”. Pensa anche a tutte le volte che le compagnie aeree ti propongono di aggiungere automobili a noleggio, valigie extra e non solo, anche con una certa insistenza… si tratta sempre di Cross Selling.

E l’Upselling?

L’Upselling consiste nel suggerire al consumatore di acquistare qualcosa di maggior valore rispetto all’idea iniziale. Torniamo nel nostro fast-food: hai sempre fame, e stai dicendo alla cassiera di volere un menù medio con un Cheeseburger.

A quel punto, però, la cassiera ribatte:

Guardi, solo per oggi con soli 2€ in più può avere il menù grande. Lo vuole prendere?

Ecco che il venditore è riuscito, qualora si accettasse, a farti acquistare un prodotto più costoso della tua idea originale.

Hai un e-commerce o un’attività commerciale online e offline?

⁣Se la risposta è sì, sappi che padroneggiare queste tecniche ti è di vitale importanza! Il copywriter può aiutarti a sviluppare una buona tecnica di cross e upselling da inserire, ad esempio, all’interno delle tue newsletter mensili.⁣

Ti vengono in mente dei casi in cui ti sei imbattuto in queste tecniche? Ci hai fatto caso?⁣

Untitled design

Scrittura creativa: mostruosa o fruttuosa?

Il mostro della scrittura creativa

In passato mi è capitato, più di una volta, di sentirmi dire che “la troppa creatività è un difetto”.

Lo ammetto, è stato come ricevere uno schiaffo in pieno volto. Un po’ come quando hai 11/12 anni e i tuoi amichetti di scuola ti dicono “non puoi ancora credere a Babbo Natale, non sei più una mocciosa”.

Da quando ho cominciato a lavorare come copywriter freelance, invece, tutti i fiumi di parole che i miei detrattori (o presunti tali) mi avevano fatto scorrere addosso, sono evaporati.

La scrittura creativa è, in assoluto, la mia miglior alleata.

In realtà, creatività e copywriting vanno a braccetto.

Ho capito che la creatività, applicata ad una solida struttura e ad un’attenta attenzione al cliente, è il vero tratto distintivo di chi ha deciso di intraprendere questa carriera.

Effettivamente, scrivere deve necessariamente essere una passione: non è facile ritrovarsi davanti ad un foglio bianco ed essere sempre originali a comando.

Sicuramente questo è lo scoglio più difficile da affrontare, ma qualora si sia in possesso di una forte carica di creatività, tutto diventa estremamente più semplice.

L’ingrediente segreto dei creativi

Il creativo applica la propria visione del mondo anche nella scrittura di passaggi apparentemente semplici, come la descrizione di un’azienda o un decalogo di servizi specifici.

Ciò non significa riflettere argomenti seri in un apparato favolistico ed immaginifico, ma piuttosto riuscire a dare quel tocco in più in grado di distinguere l’operato di un privato o di un’attività commerciale dal resto della concorrenza.

Metafore, ossimori, allusioni cinematografiche o letterarie e tanto altro ancora: affondare le mani (e la mente) in argomenti alla portata di tutti permette di abbattere il “muro formale” che solitamente si ritrova in alcuni siti web.

Non dimenticare mai la strategia

Per quanto la creatività sia fondamentale per svolgere bene questo ruolo (e, parlando da creativa nata, lo sostengo con fermazza), è bene non farsi prendere da facili entusiasmi, e seguire sempre uno schema mentale strategico e il più strutturato possibile.

Largo quindi a mappe mentali, scalette funzionali e scelta del miglior tone-of-voice da utilizzare per singolo cliente: organizzazione e fantasia saranno i tuoi migliori alleati.

Se sei d’accordo con me, lasciami un commento per raccontarmi la tua esperienza!

Roberta Bonori - copyrighter freelance

I Pro e i Contro dell’essere un freelance

Wow, ci siamo.

Come per tutte le prime volte, anche questa è carica delle famigerate “3A”: aspettativa, attesa e ansia.

Oggi inauguro il blog del mio nuovo sito, un sito web dedicato al copywriting e ai servizi proposti in qualità di freelance.

Non è un caso che la pubblicazione della mia creatura avvenga in questo periodo. Lo considero, infatti, un piccolo regalo di Natale: un regalo in primis per me stessa, e anche per tutti coloro che avranno voglia di seguire le mirabolanti gesta di questa freschissima copywriter freelance di Roma.

E come iniziare al meglio se non con un decalogo – tanto classico quanto richiesto – riguardante i PRO e i CONTRO del mestiere del freelance?

Giuro, mi sforzerò di essere più originale in futuro. Ma sono emozionata, eccitata e anche un tantinello spaventata dal mare di possibilità che da oggi si dipanano sotto ai miei occhi. Quindi dai, fatemi andare sul sicuro.

 

Perché scegliere una carriera da Freelance?

 

  • LA GESTIONE DEGLI ORARI

 

Tra gli aspetti positivi dell’essere freelance, posso sicuramente annoverare quello della libertà di gestione degli orari. Ovviamente ognuno ha le proprie dead-line da rispettare, ma nulla impedisce al freelance di lavorare all’alba, così come nel cuore della notte, a seconda delle proprie esigenze. Visita medica, appuntamento dal dentista, giornata “no”: il copywriter freelance è libero di gestire il proprio calendario senza dover necessariamente seguire un orario prestabilito.

 

  • NESSUNA GERARCHIA

 

Essere capi di se stessi ha i suoi pro e i suoi contro, ma è sempre meglio inveire contro lo specchio che subire i cambiamenti umorali di persone che raramente apprezzano al 100% il tuo lavoro. Sono stata dipendente all’interno di web agencies per anni e, benché si sia più tutelati sotto alcuni aspetti, la pesantezza gerarchica è un fattore di cui personalmente non sento la mancanza.

 

  • TRAFFICO, METRO, AUTOBUS? ADDIO!

 

La mia idea del paradiso si avvicina molto al mio attuale status lavorativo: pigiama, pantofole, musica e gatti che passeggiano sulla scrivania. Devo ammettere, infatti, che svegliarsi tutte le mattine con l’idea di trascinarsi dall’altra parte della città era un vero incubo. Soprattutto se quella città è Roma, con i suoi decantati servizi pubblici e il suo traffico da follia omicida… Adesso il mio ufficio è a quattro passi esatti dalla mia camera da letto. Il che, fatemelo dire, è una figata pazzesca.

 

  • LIBERTA’ DI LAVORARE CON CHI DESIDERI

 

Tutti abbiamo bisogno di lavorare, e i clienti ostici sono da considerarsi parte integrante e normale dell’attività. Quando però non si verificano più i presupposti per una sana collaborazione, come possono essere atteggiamenti poco rispettosi o ritardi indecorosi nei pagamenti, allora il freelance ha la libertà di scegliere di interrompere il rapporto lavorativo. Questo è un aspetto da non sottovalutare, perché fornisce la possibilità di ampliare la propria clientela in maniera prestigiosa anche per il futuro.

 

Ci sono anche dei lati negativi?

 

Ovviamente sì, in risposta ad un concetto universale di rovescio della medaglia, yin e yang e karma is a bitch. Ognuno ne trova di diversi, per me gli aspetti negativi dell’essere freelance sono:

 

  • FERIE E MALATTIE, QUESTE SCONOSCIUTE

 

Il lavoratore autonomo non è tutelato, mai. Questa è un’informazione violenta, cruda, e purtroppo altamente veritiera. Nessuno giustifica una mancata consegna, un ritardo di lavorazione o la necessità di “staccare la spina”. Il freelance non gode di malattia e ferie, motivo per il quale spesso si ritrova a lavorare con la febbre e i brividi davanti allo schermo, o a portarsi il notebook in spiaggia pur di prendersi uno spicchio di sole.

 

  • NON AVERE UNO STIPENDIO FISSO

 

La vera croce della maggior parte dei freelance è quella di non poter contare su un’entrata sicura, elemento che porta molti dipendenti d’azienda a rinunciare alla possibilità di iniziare una carriera autonoma. La verità è che la sicurezza a fine mese fa comodo a tutti, e il freelance sa che raramente potrà averla. Ci sono dei mesi in cui si può guadagnare molto, altri in cui ci si ritroverà a contare le monetine nel portafoglio. Il segreto è non smettere mai, non gettare la spugna, e svolgere il proprio lavoro sempre con rinnovata passione.

 

  • LO STRANO CONCETTO DI PRIVACY

 

Lavorare da casa, per molti, è sinonimo di “lavorare per hobby” più che per necessità. Purtroppo il freelance lavora moltissimo, a qualsiasi orario del giorno e della notte, e il fatto che svolga la sua attività dalla propria abitazione non significa che possa distrarsi a piacimento altrui. Questo vale per tutti quei parenti che si sentono in dovere di disturbare perché “tanto sei a casa”, o quegli amici che ti supplicano di uscire per un aperitivo perché “tanto puoi recuperare il lavoro quando vuoi tu”.

 

  • ORARI ASSURDI

 

Se è vero che il primo “pro” del mestiere è quello della gestione degli orari, è altrettanto vero che questo porta spesso e volentieri a lavorare in orari assurdi. Il freelance è un animale strano, a sangue caldo e freddo al contempo, notturno e diurno insieme. Lo si può facilmente trovare davanti al PC alle 6 del mattino, così come in pieno spleen creativo alle 3 di notte. Tutto ciò comporta una confusione metabolica non indifferente, ed è quindi fondamentale che il freelance si imponga autonomamente degli orari da rispettare.

 

Siete d’accordo con i pro e i contro del mestiere del freelance? Cosa avreste aggiunto in più? C’è qualcosa di troppo nella lista? A voi i commenti!

Roberta Bonori - copyrighter freelance

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